L’essere umano è soggetto a molti cambiamenti a livello fisiologico, molti dei quali dipendono dal comportamento ormonale che si sviluppa giorno dopo giorno, che può portare alla comparsa sia di condizioni passeggere che di patologie che tendono a diventare croniche.
Gran parte di questa regolazione ormonale viene a far parte della ghiandola tiroidea, un organo importante che, se trascurato, cosa che oggi accade spesso, può facilmente disequilibrare il normale funzionamento dell’organismo, portando alla comparsa di molteplici processi patologici.
La malattia della tiroide sta diventando sempre più comune, colpendo milioni di persone a livello mondiale, con una maggiore incidenza nella popolazione femminile. Da qui l’importanza di avere più informazione sul suo comportamento normale e sulle malattie legate alla sua disfunzione, così come le misure da adottare per prevenirle.
Che cos’è la tiroide?
La tiroide è una ghiandola di secrezione endocrina situata nella parte anteriore del collo, davanti alla trachea e sotto il pomo d’Adamo. Avendo un peso di circa 30 grammi e un diametro di circa 5 cm, è costituita da due lobi, destro e sinistro, uniti da un istmo centrale, conferendoli la forma di una farfalla. Normalmente, non è possibile vederla o a malapena percepirla, quindi un cambiamento di queste caratteristiche potrebbe essere definito come qualcosa di patologico.
Lo scopo della ghiandola tiroidea è: produrre, conservare e rilasciare ormoni. Questi sono anche noti come T3 (triiodotironina) e T4 (tiroxina). Essi influenzano quasi tutte le cellule del corpo e aiutano a controllarne le funzioni, partecipando in quasi tutte le funzioni di base dell’organismo, come ad esempio:
- Regolazione del metabolismo;
- Termoregolazione del corpo;
- Promozione della crescita e dello sviluppo;
- Regolazione dello sviluppo del sistema nervoso;
- Controllo dell’assimilazione dei diversi nutrienti;
- Regolazione della frequenza cardiaca;
- Sviluppo della pelle;
- Controllo della fertilità;
La quantità di ormone tiroideo prodotta è controllata da un’altra ghiandola del cervello chiamata ghiandola pituitaria o ipofisi, la quale produce l’ormone tireostimolante (TSH). Un’altra parte del cervello, l’ipotalamo, invia informazioni alla ghiandola pituitaria che, a sua volta, controlla la ghiandola tiroidea. Pertanto, le ghiandole tiroidea, ipofisaria e ipotalamo lavorano insieme per controllare la quantità di ormone tiroideo nel corpo umano.
La produzione di ormoni tiroidei richiede di iodio, un elemento che si trova nel cibo e nell’acqua. La ghiandola tiroidea raccoglie lo iodio e lo usa per produrre ormoni tiroidei. Mentre gli ormoni tiroidei fanno il loro lavoro, parte dello iodio contenuto in questi ormoni viene rilasciato, restituito alla ghiandola tiroidea e riciclato per produrre altri ormoni.
Patologie della tiroide.
Ipotiroidismo.
Si verifica quando la ghiandola tiroidea produce meno ormoni di quelli necessari per il corretto funzionamento dell’organismo. È una malattia molto comune, soprattutto nelle donne di mezza età e dopo il parto. I sintomi più importanti sono la stanchezza, la difficoltà di concentrazione, il freddo e talvolta l’aumento di peso. È importante notare che molte altre malattie possono dare sintomi simili.
In genere, l’ipotiroidismo avviene quando si è sottoposti a radiazioni (radio-iodio), o in seguito a malattie metaboliche da accumulo, o in presenza di una carenza o eccesso di iodio o in seguito a lesioni dell’ipotalamo.
Ipertiroidismo.
Questa malattia si verifica quando la tiroide lavora troppo duramente, producendo troppo ormone tiroxina. L’eccesso di tiroxina agisce su tutte le cellule del corpo e può accelerare significativamente il loro metabolismo, causando calore in eccesso, sudorazione, tachicardia, nervosismo, tremori, perdita di peso improvvisa, affaticamento muscolare, diarrea, ecc. La prevalenza di questa malattia è di circa l’1% nella popolazione e si verifica in misura maggiore nelle donne tra i 30 e i 40 anni.
La causa più comune di ipertiroidismo è la malattia di Graves-Basedow, in cui il corpo produce anticorpi nel sangue che stimolano la crescita della tiroide. Altre cause includono una inappropriata secrezione di TSH, una secrezione tumorale di fattori TSH simili da altre forme tumorali, come quelli ovarici o dalla metastasi di tumori tiroidei differenziati, da un gozzo o da un nodulo iperfunzionante, oppure una assunzione eccessiva di ormone tiroideo.
Gozzo.
Ogni aumento di volume della ghiandola tiroidea si definisce gozzo. Questo aumento può essere nodulare, quando si sviluppa un singolo nodulo, multinodulare, quando appaiono più noduli, o diffuso, quando aumenta tutta la ghiandola. Anche se il gozzo di solito non è doloroso, un gozzo grande può causare tosse e difficoltà di deglutizione o di respirazione.
L’allargamento della ghiandola può verificarsi in casi di ipertiroidismo e ipotiroidismo. La causa più comune del gozzo è la mancanza di iodio nella dieta. Il trattamento dipende dai sintomi, dalle dimensioni e dalla causa di fondo. Un piccolo gozzo che non sia scomodo di solito non richiede un trattamento.
Noduli tiroidei.
Clinicamente, nodulo significa tumore. Questi tumori sono di solito benigni, ma circa il 5-10% possono diventare maligni. Sono molto frequenti nella popolazione generale, essendo palpabili nel 5% della popolazione adulta e più frequenti nelle donne che negli uomini. Generalmente non influiscono sulla funzione tiroidea e quindi non presentano sintomi. Possono essere solidi o cistici, trovandosi all’interno della ghiandola tiroidea.
Cancro di tiroide.
Si parla di cancro alla tiroide quando queste cellule maligne crescono in modo disordinato e superano le cellule normali. Hanno anche la capacità di invadere gli organi vicini e di diffondersi a distanza attraverso i vasi sanguigni e i vasi linfatici, metastatizzando ad altri organi, come i polmoni o le ossa. I tumori maligni più frequentemente rilevati possono essere di quattro classi. In ordine di frequenza sono: tumore papillare, follicolare, midollare e anaplastico. Curiosamente, in quest’ordine vanno anche da una prognosi migliore a una peggiore.
Il cancro tiroideo è più diffuso tra le donne rispetto agli uomini, con un rapporto di 3,2:1, aumentando la sua incidenza con l’età. Tra le cause, è di riconosciuta importanza l’esposizione a radiazioni ionizzanti alla regione del collo.
Prevenzione e diagnosi.
La diagnosi di una patologia tiroidea viene eseguita attraverso:
- Una buona cartella clinica;
- La palpazione bimanuale o monomanuale della ghiandola;
- Un laboratorio per valutare la funzione tiroidea di T3, T4 e TSH;
- Un’ecografia, in quanto è il metodo più sensibile per studiare la ghiandola;
- Un agoaspirato del tessuto tiroideo;
- In alcuni casi, una TAC (tomografia assiale computerizzata) del collo e del torace;
L’utilizzo di nuove tecnologie per la diagnosi di questi disturbi ha portato, negli ultimi 10 anni, alla diagnosi di accurata ed oportuna di molte patologie tiroidee. Ad esempio, grazie all’ecografia, si riesce a diagnosticare e monitorare anche noduli tiroidei di piccole dimensioni, che alla palpazione non sarebbero stati scoperti.
La diagnosi passa attraverso diversi passaggi e analisi concordate con il medico che, attraverso i metodi diagnostici sopra citati, arriva a conoscere la causa della sintomatologia del paziente, al fine di sviluppare il piano terapeutico.
Ciononostante, a livello di prevenzione, consultare annualmente un medico per un check-up completo, non limitato alla sola tiroide, è uno dei migliori metodi per evitare lo sviluppo di patologie correlate o, almeno, per diagnosticarle in tempo. Inoltre, il consumo di 150 microgrammi/giorno di iodio viene ad essere essenziale per tenere sotto controllo la funzione tiroidea.